Cerchiamo di concepire la scuola e l’asilo nido come un posto particolare, all’interno del quale i bambini possono avere dei legami e dei vissuti speciali. Non è una punizione (per la quale sentirsi in colpa offrendo in cambio dei regali), nè un abbandono, ma una possibilità di crescita. Figli e genitori infatti crescono e diventano grandi insieme sperimentando, imparando ad accettre il distacco e conoscendo altri bambini e contesti.
In una parola, come dice Daniele Novara ” Bisogna aiutare i bambini ad ampliare il loro mondo. Ecco il regalo più bello che possiamo fare ai nostri figli”.
Buon Mercoledì da Mammechefatica!
Questa era l’ottica in cui vedevo la scuola, soprattutto al Nord, ricca di iniziative e progetti che al Sud spesso mancano… mi sono resa conto, però che, soprattutto a Milano, la scuola è organizzata per andare incontro alle esigenze degli adulti, che non c’è più la possibilità di scegliere tra una scuola “NORMALE” e una a tempo pieno – perché la normalità è diventata il tempo pieno – e che i bambini non “istituzionalizzati”, cioè quelli abituati fin da piccoli a vivere a scuola o all’asilo – che ormai si sono presi o a cui abbiamo affidato istruzione, educazione, socializzazione, relazioni significative – non trovano un loro spazio per crescere con quel pensiero laterale, quegli interessi e quel punto di vista altro sul mondo (spesso più intuitivo e più avanti degli altri) in quanto devono per forza abituarsi a tempi e regole che la scuola dell’obbligo in Italia non richiede. Lavorando a contatto con psicologi e neuropsichiatri infantili, sempre più spesso mi sono sentita dire che sono tanti i bimbi stressati, con disturbi psicosomatici a cui, nel peggiore dei casi vengono somministrati farmaci, ma che nel migliore perdono la propria autostima solo perché non “ce la fanno” a fare il tempo pieno, a stare fermi sui banchi, a rendere per 40 ore piuttosto che per le 27 che di norma dovrebbero fare, più fare i compiti dopo le 8 ore di scuola perché devono abituarsi a studiare alle medie. Così, bambini brillanti iniziano a spegnersi, isolarsi, a sentirsi diversi e credere di avere problemi… è ovvio che non è sempre così tragico, che ci sono bambini abituati fin da piccoli a questi ritmi e a non avere una vita ricca fuori dalla scuola ma mi chiedo… è giusto?
La scuola, infondo, è un contesto artificiale in cui si stanno ricreando il più possibile le esperienze naturali perché non ci sono più le condizioni per viverle…
Così, inizio a pensare che, forse, i servizi che mancano al Sud non ci sono perché ancora lì, benché si lavori e anche duramente, ci si è organizzati per dare centralità alla famiglia e valore alle relazioni significative e al tempo dei bambini. Oppure no, ma è un peccato che dove ce ne sia la possibilità se ne abusi invece.
Ampliare il mondo dei nostri figli, vuol dire fare in modo che la vita stessa sia un’esperienza ludica, di conoscenza e apprendimento dove anche il riposo e i ritmi personali, oltre che il gioco sono un arricchimento per la scoperta dei propri interessi e della propria personalità.
Perché ho scritto questo commento? Perché io, da secchiona incallita amante della scuola, mi rendo conto che forse oggi abbiamo esagerato e credo che il più bel regalo che dovremmo fare ai nostri figli è dedicare loro il nostro tempo. Trasformare la società in un luogo che valorizzi i bambini e il tempo della famiglia e delle relazioni libere tra vicini di casa, bambini dei quartieri, amici di famiglia e parenti per creare un tessuto sociale e di relazioni sano, equilibrato. Avere sempre un pensiero critico e non lasciarci controllare da una società che ha abbassato la nostra qualità di vita perché è così che deve essere, dove non ci si racconta favole per non sentirci in colpa, non si dà la colpa al lavoro se non “possiamo”, non si punta sul rendimento dei bambini per la gratificazione di quel senso di colpa, si dà nuovamente ai bambini una scuola equilibrata che si occupi dell’istruzione e della socializzazione ma lasci alla famiglia e alle amicizie spontanee il compito di far crescere i futuri adulti del mondo. Una scuola a misura di bambino e non bambini a misura della scuola che ci fa comodo.
Cara Carmen,
Grazie per questo bellissimo commento che condividiamo in pieno.
C’è bisogno di un’idea di Scuola capace di accogliere e non di respingere.
Un’ idea di scuola in grado di sostenere e non di dimenticare i più deboli.
Un’idea di scuola più aperta,flessibile verso ciò che è nuovo e sperimentale.
Un’idea di scuola meno competitiva avrebbe sicuramente bambini e genitori meno stressati. Un’idea di scuola che sa offrire strumenti concreti e pratici anche ai genitori,non solo teorie o belle parole.
Una scuola più umana,che offre e investe anche sul concetto del Tempo.
“E quando dico tempo dico quantità e non qualità- per usare le parole di U.Galimberti- come siamo soliti raccontarci per acquietare la nostra coscienza, quando ai bambini e agli adolescenti dedichiamo poco tempo”.
Sarebbe utile e doveroso organizzare degli incontri e sensibilizzare in modo concreto le istituzioni affinché si possa parlare di un’altra scuola- a misura di bambino- appunto.
Grazie.