L’immagine che abbiamo scelto è piuttosto comune a tantissime famiglie che ci seguono..potrebbe rappresentare la mattina, dopo una nottata insonne a cercare di placare le ire del nostro bambino, che si rifiuta di dormire nel suo lettino: si sveglia ripetutamente durante la notte, piange,urla, sembra inconsolabile finché non lo si prende in braccio. Dopo averlo calmato e consolato, si riprova a metterlo nel lettino ma dopo poco ricomincia a piangere; sfiniti e quasi arresi lo si prende e lo si mette nel lettone dove tutto passa.Dal nostro punto di vista puramente psicopedagogico al bambino si trasmette un messaggio poco corretto, poiché basta un sussurro o una lacrima ad assecondare le sue esigenze. Ciò non aiuta il piccolo a sperimentare il senso di frustrazione che gli consente di stare da solo, provare a risolvere la situazione, e attivare delle risorse e competenze che gli permettono di superare la fase d’empasse.Sappiamo bene cosa significa non dormire la notte e alzarsi anche 6/7 volte (se va bene).Però dobbiamo prendere consapevolezza del fatto che il bambino si abitua al nostro modo di fare e di agire, quindi molte volte utilizza il pianto poiché sa perfettamente che così facendo ottiene una soluzione rapida e comoda: le braccia della mamma o del papà. Provate quantomeno ad aspettare un attimo prima di intervenire, e nel caso prima rassicuratelo con la voce, rappresenta gia’ una prima conquista.
Interessante il vostro tema , per noi è routine non dormire notti intere ormai….
Accade tutto ciò che avete scritto tranne una cosa ….la nostra bimba di 2 anni e mezzo non vuole dormire nel lettone, ma quando si sveglia vuole solo la vicinanza della mamma. E quindi o si riaddormenta con la mamma vicino al lettino, oppure in braccio, comunque avendo il contatto della mamma.
Cara Barbara,
è vero ad alcuni bambini basta anche solo la presenza e il contatto della figura primaria o del papà per ritrovare la giusta serenità e continuare a dormire. Fate in modo che accetti col tempo anche il papà eventualmente per darsi il cambio.
Un caro saluto