“Mi aiuti gentilmente”?!..Se utilizzassimo più spesso questa modalita’ relazionale con i bambini avremmo meno difficoltà nel farci aiutare, dando un senso e offrendo loro un obbiettivo chiaro. Se un bambino, anche piccolo, viene coinvolto per iniziare a svolgere i primi compiti domestici ( buttare le bottiglie di plastica nella plastica, la carta, togliere le vettovaglie etc..) sperimenta la possibilità di sentirsi utile e non solo (essendo impegnato aumenta la capacità di concentrazione e organizzazione dello spazio). Cosi’ facendo, di solito diminuiscono anche i capricci. “Mi aiuti” ci indica che anche un adulto può aver bisogno di un bambino e che anzi il suo aiuto può rivelarsi prezioso. Rappresenta una modalità di intervento che riconosce le potenzialità (anche se ancora ridotte) di un piccolo adulto di domani.
Provate a casa e vedrete spuntare tanti piccoli aiutanti che (a modo loro) trafficheranno con vari strumenti di lavoro! Iniziate dai più facili e immediati..anche se il fascino di una scopina o di una spugna con lo spruzzino rimangono infallibili negli anni! Per arricchire e completare l’attività e trasformarla in un gioco imitativo occorre ovviamente un grembiulino da lavoro, oppure un’ etichetta o un vecchio badge che indica il Responsabile dell’ attività (ai più grandi).
Perché “Giocare è una cosa seria”, come direbbe Fink. E giocando si possono imparare infiniti modi di stare al mondo, aggiungiamo noi.
Ci aiutate, gentilmente?!