Talvolta a partire dalla scuola d’infanzia i bambini tendono a raccontare delle storie fantasiose e non aderenti alla realtà (non delle “bugie” vere e proprie come lo intenderemmo noi adulti), sinonimo di intelligenza e creatività. Ma perchè lo fanno? Non certo per prenderci in giro, ma per lo più per attirare l’attenzione per rendersi sempre più autonomi e indipendenti dalle figure genitoriali. Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, inventare storie rappresenta un raggiungimento evolutivo importante che implica la comprensione da parte del bambino di avere un pensiero suo personale,non evidente agli altri e su cui i grandi non hanno poteri.
Dai sei anni in poi, invece, i bambini possono raccontare bugie in modo consapevole e intenzionale poichè riconoscono la differenza tra verità e invenzione. Lo scopo principale delle menzogne è quello di non deludere le aspettative di mamma e papà, mostrandosi sotto una luce migliore.
Come reagire di fronte a questi episodi, talvolta anche spiacevoli e frustranti per i genitori? Con i bambini più piccoli MammeCheFatica vi suggerisce di non accusarli di essere dei bugiardi, ma di sorprederli con una battuta, usando l’ironia per far capire loro che abbiamo capito. L’importante è cercare di comprendere, se possibile, la ragione di fondo della bugia, mettendosi nei panni del bambino. Infatti punirlo in modo eccessivamente severo o con spiegazioni troppo lunghe e pedanti non hanno la stessa efficacia di una battutta che lo spiazza (ma è chiaro che si tratti di un comportamento sbagliato che va ripreso).