“Ma che bravo che sei, bravissimo” quante volte al giorno diciamo al nostro bambino questa frase? È importante lasciare un rinforzo positivo ma senza esagerare troppo. Ci sono azioni, gesti, movimenti che una volta interiorizzati vengono spontaneamente in modo automatico e per i quali non ha senso esclamare “bravo” e invece vi sono tutta una serie di conquiste quotidiane o di dettagli che fanno la differenza e che se valorizzati possono essere un ottimo feedback per migliorare e crescere potenziando il senso di sicurezza e autostima. Quando vi è una conquista significativa: verbalizzarla più volte nel corso dei giorni è sempre piacevole e significativo sia al nido che a casa. Battere le mani, complimentarsi e lodare il piccolo è fondamentale per offrirgli più sicurezza ma non deve essere un atteggiamento ricattatorio: deve emergere il piacere della scoperta e della conquista. (Il piacere quindi di provare e riprovare a prescindere senza il bisogno esclusivo di una continua e incessante conferma da parte dell’adulto su tutto). Ogni tanto è importante fermarsi un attimo e chiedersi: ha senso continuare a dire sei stato bravo? O corrisponde di più a un nostro bisogno di conferma???? Sappiamo che non è facile rispondere a questa domanda ma provare a sviluppare una certa consapevolezza in merito è fondamentale per scindere le esigenze specifiche del bambino dalle nostre….
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Bravo,anzi bravissimo…?!
La domanda di oggi è: perché quando ci rivolgiamo ad un bambino abbiamo sempre bisogno di rinforzare e sostenere le sue azioni esclamando: “Bravo,Bravissimo”! anche senza una reale motivazione?
Dal nostro punto di vista psicopedagogico questa attitudine è controproducente poiché induce il bambino a credere sempre di fare cose importanti e fondamentali anche quando magari non è così. Proviamo a diminuire le lodi e a utilizzarle solo quando veramente necessario. Così facendo,il bambino apprezzerà anche maggiormente il valore della lode stessa e del complimento. Il continuo bisogno di esclamare e verbalizzare espressioni positive nei confronti del bambino è solo un bisogno dell’adulto che cerca invano di assecondare il bambino perdendo di vista il suo ruolo di guida in grado di contenere e limitare e saper dire di no se è il caso.
Proviamo, anche se i bambini sono piccoli, a fare loro i complimenti quando veramente li meritano. Non si tratta di essere severi o cattivi, ma di ridimensionare semplicemente le nostre attenzioni ed espressioni per favorire una autostima ed una crescita sana.