Come togliere il pannolino..

 

Questo post è dedicato a chi è alle prese con lo spannolinamento..sappiamo che le mamme hanno giustamente fretta e vorrebbero subito arrivare al dunque, ma occorre preparare il piccolo per tempo creando lo spazio (fisico e mentale) affinché accetti di togliere il pannolino e passare gradualmente al vasino o riduttore altrimenti ogni sforzo e promessa perderà di significato. Dopodiché iniziate in casa per 15/30 minuti a togliere il pannolino, evitando di chiedere il classico “ti scappa la pipì?” Vi garantiamo per esperienza che è una frase parecchio inutile! La maggior parte delle volte la pipì arriva e scorre sul pavimento senza nessun tipo di controllo!. Ma si impara anche da queste situazioni! Anzi e’ importante in questi momenti non sgridare il bambino senza fargli pesare di aver sbagliato e di non essere stato in grado di avvisare per tempo. Proseguite in modo graduale senza insistere troppo e facendo in modo di valorizzare l’aspetto ludico (portando in bagno anche qualche peluche a cui insegnare come fare a stare sul water!). Coinvolgete sempre il piccolo per strappare un po’ di carta igienica e iniziare a memorizzare i vari passaggi dell’igiene personale.

 

 

 

Come comportarsi con i bambini quando c’è un lutto in famiglia?

Il lutto di una persona cara in famiglia genera ovviamente grande dolore e a questo, talvolta, si aggiunge anche l’angoscia di doverne dare comunicazione ai bambini. Gli adulti sono molto preoccupati all’idea di ferire e addolorare i più piccoli e per questo, presi anche dalla tristezza personale, commettono alcuni errori di valutazione, anche se in buona fede. Vediamo dunque cosa non si deve fare in queste situazioni:

-mentire momentaneamente dicendo che la persona è partita o omettere l’accaduto

-allontanare troppo dalla routine il bambino

-pensare che farsi vedere tristi sia un problema (basta invece spiegare che anche i grandi sono tristi, che si può tranquillamente piangere e arrabbiarsi in modo da far sentire più libero il bambino di esprimere il proprio dolore)

-rifiutarsi di affrontare il tema se il bambino lo chiede espressamente (ache se può essere doloroso è importate parlarne liberamente)

-se si decide di non portare il bambino al funerale è importante accompagnarlo al cimitero per permettergli di individuare il luogo dove può andare a salutare la persona defunta (infatti talvolta dire: “X adesso è in cielo e ci guarda da lassù” può essere un’indicazione confusiva perché troppo vaga e poco concreta per i più piccoli).

Aiuto! Il mio bambino non parla ad un anno.. (parte II)

 

All’opposto della situazione descritta nell’ultimo post (il ritardo nell’acquisizione del linguaggio), ci sono invece i casi di ipertrofia linguistica, cioè bambini estremamente competenti nel parlare. Se ciò può essre un motivo di orgoglio da parte dei genitori, talvolta può destare qualche preoccupazione in tenera età in quanto indice di un investimento eccessivo sulla verbalizzazione. Ossia gli adulti troppo concentrati sulla prestazione linguistica del figlio denotano un bisogno di controllo eccessivo. Ad esempio, non sempre è bene correggere il bambino piccolo che utilizza termini impropri o espone teorie bizzare sul mondo: prove ed errori costituiscono infatti le tappe di un processo di elaborazione essenziale ai fini dell’apprendimento. L’intervento correttivo dell’adulto in tale processo rischia di essere sentito come invasivo e svalutante con conseguenze negative sulla costruzione di un Sè coeso e competente. E’ importante infatti non sottovalutare mai, dal punto di vista infantile, la differenza tra gli adulti-elefanti e i bambini-formichine!