Nell’ultimo post abbiamo provato a rispondere ad alcuni quesiti che le persone che non conoscono l’ambito psicologico normalmente si pongono circa questo lavoro, soprattutto con i bambini. Riprendiamo da un punto centrale: Che ruolo hanno i genitori? I genitori sono i migliori alleati in un percorso psicologico, prima di tutto perché conoscono meglio di chiunque altro il loro figlio e poi perché possono aiutare concretamente il lavoro del professionista per capire da cosa derivi il malessere del piccolo. A che età si può iniziare a frequentare lo studio di uno psicologo? non c’è una regola: più i bambini sono piccoli (anche uno/due anni), più si coinvolgono in stanza i genitori facendo dei percorsi in coppia (solo la madre, una volta con la madre, una volta con il padre o con tutta la famiglia). Si traumatizzano i bambini ad andare dallo psicologo? Assolutamente no! Spesso lo psicologo si presenta come un dottore, ma che non fa punture, né somministra medicine, semplicemente vuole capire come stanno i bambini dentro di loro attraverso attività piacevoli (il gioco, il disegno..) perché possa essere sereno e tranquillo a casa, a scuola e con gli amici. Che problematiche si possono risolvere chiedendo aiuto? essendo noi tutti diversi, non esiste un decalogo delle difficoltà che si possono curare, ma, senz’altro possiamo dirvi che più spesso le problematiche che noi rileviamo maggiormente sono legate al cibo, al sonno, alla separazione, ai disturbi di apprendimento, relazionali, di ansia, di rabbia o tristezza. L’importante è capire che tutti nella loro vita possono affrontare momenti più difficili nella crescita dei figli: non si tratta né di essere cattivi genitori, né di avere dei figli “matti”.
Se non siamo state abbastanza chiare e volete ulteriori chiarimenti, scriveteci, come sempre, a info@mammechefatica.it !