Per i bambini, specie se molto piccoli e non sanno ancora parlare, il pianto diventa l’unico strumento per comunicare qualcosa che “turba” il loro stato di benessere. Se ci pensiamo bene, è un gran dono per l’essere umano essere in grado di esprimere un sentimento difficile e scomodo attraverso un qualche canale di comunicazione. Crescendo i bambini capiscono che a quel comportamento corrisponde un intervento dell’ambiente (la mamma, il papà, i nonni, la tata..) e impareranno ad usarlo in modi sempre più maturi per raggiungere i loro scopi.
Dunque, care Mamme primipare, anche se talvolta sembra impossibile, è bene incominciare a pensare al pianto del vostro piccolo anche come risorsa. Non solo come segnale d’allarme. Riflettiamo sul perchè ci causa delle reazioni di un certo tipo in alcuni momenti e pian pianino cerchiamo di tollerarlo e, parafrasando un importante psicoanalista, Bion, a restituire le angosce del bambino “digerite”, senza sommarle alle nostre.