Povera Scuola…

Povera Scuola, povero il nostro sistema scolastico..ha bisogno di una nuova rinascita…questo periodo non è facile per le famiglie che sono state lasciate sole e abbandonate a sé stesse (partiamo dal presupposto che la didattica a distanza non potrà mai competere con il valore della quotidianità “sul campo”). Non è però una fase semplice neanche per gli insegnanti, le maestre ed educatrici che ancora ad oggi hanno poche certezze su come e quando riaprire e nel concreto come fare a riorganizzare la didattica post Covid nel modo più disinvolto possibile senza di certo farlo pesare ai bambini e ragazzi che da mesi aspettano di tornare a scuola. Ci vorrebbe una scuola con un sistema più snello, più flessibile, in grado di adattarsi alle reali necessità senza per questo essere di ostacolo alle famiglie che aspettano ormai da mesi un segnale, un feedback che ancora non c’è. Ricordiamoci che a rimetterci, in primis, sono i  bambini e i ragazzi i quali non hanno avuto la possibilità di tornare a scuola, e poter concludere l’anno educativo. Sono rimasti appesi ad un filo di speranza per mesi, e poi hanno visto riprendere gradualmente tutto tranne il loro posto, il loro rifugio sicuro. Le scuole hanno riaperto ovunque tranne che in Italia. Hanno saputo trovare soluzioni alternative e privilegiare le dinamiche relazionali senza ovviamente tralasciare il fattore sicurezza.

Facciamo presto e rinnoviamo la scuola prima che sia troppo tardi. 

Si riparte? Come?

Segnali di ripresa che ci fanno ben sperare ma attenzione a non trascurare il discorso sicurezza attorno al quale deve girare tutto il resto. Se le scuole dell’infanzia e gli asili nido dovessero riaprire occorre necessariamente pensare in modo pratico e funzionale a come potrebbe svolgersi la vita quotidiana con i bambini piccoli. In questa fase di incertezza è importante pensare di avere regole e limiti chiari entro i quali muoversi e far muovere di conseguenza i piccoli, non potendo dimenticare il senso di responsabilità che deve sempre essere al primo posto. Ahimè prima del valore del gioco e di tutto il resto!. Chi lavora in questo campo è dotato di coraggio e di ottimismo ma non bastano come ingredienti ad infondere quel senso di sicurezza e fiducia che i genitori e i bambini vanno cercando. Occorre ripensare ad un nuovo modo di giocare ed educare in grado di conciliarsi con questa situazione. Deve essere un’occasione unica per portare dei cambiamenti anche nelle prospettive educative e fare spazio a nuovi modi di essere e di fare. Non solo con i bambini ma anche nell’alleanza insegnanti-genitori. Che dite siamo pronti?!

Quando si tornerà a Scuola? Come rispondere

Quando si tornerà a scuola? Immaginiamo tanti tantissimi bambini stiano facendo questa domanda ai loro genitori, anche più volte al giorno. Anche solo così, tanto per chiedere, per noia. Piu’ che altro per tornare ad avere una certezza,un obiettivo. E non è poco. Ci piacerebbe poterli accontentare e offrire loro una risposta positiva e rassicurante ma temiamo invece di dover rimandare. Però nonostante tutto diamo loro una risposta e una spiegazione a seconda dell’età che hanno. Anche se si tratta di bambini piccoli vi garantiamo che sono in grado di intuire il senso generale e per questo motivo occorre parlare e raccontare loro sempre la realtà che ci circonda. “Non dire loro nulla perché potrebbero rimanerci male, o esserne delusi” non è utile, anzi controproducente per tutte le fasi di crescita. Quello che possiamo fare è: parlare e raccontare ai bambini che si tornerà presto a scuola, al nido e all’asilo ma che occorre ancora del tempo per essere completamente sicuri. Rassicurare loro che tutti i loro compagni e amici sono a casa. Non riguarda solo loro, ma tutte le persone che conoscono. (Fare un lungo elenco all’occorrenza può essere un modo per coinvolgerli in modo attivo i piccoli e sentirsi meno soli. Sapere che tutti, ma proprio tutti sono a casa, dai compagni alle maestre, dal cuoco al portinaio è importante per far capire loro che si tratta di un problema che riguarda Tutti.)

Scegliere il nido e la scuola giusta:

 

In questo periodo di Open Day e Iscrizioni, immaginiamo che la scelta del nido o della scuola dell’infanzia “giusta” possa essere fonte di ansia e perplessità. Vi garantiamo che la scuola diventa quella giusta quando:

-percepite di essere accolti come genitori

-osservate intorno a voi uno spazio (fisico e mentale) che possa essere d’aiuto anche alle esigenze e alla crescita del vostro bambino. Non esiste la scuola perfetta, ma esistono strutture (pubbliche e private in tutta Italia) che lavorano con metodo, professionalità e umanità alla continua ricerca di una preziosa alleanza scuola-famiglia che sta alla base di ogni percorso educativo che si rispetti. Potete trovare spazi allestiti e pensati in modo meraviglioso, ricchi di materiali stimolanti ma l’importante è che possiate trovare persone autentiche e preparate in grado di intuire e lavorare sulle specifiche esigenze del vostro bambino e del gruppo-classe in cui è inserito, in grado di promuovere una cultura dell’infanzia varia e priva di stereotipi,con la voglia di giocare e di mettersi in continua ricerca attraverso formazioni e conoscenze che possano ampliare il loro modo di essere e sentirsi educatori.

Vi auguriamo di cuore di trovare tutto ciò. 

 

 

Un libro per ricordare

Nella giornata del 27 Gennaio vogliamo presentarvi un libro scritto da bambini per i bambini sul tema della Shoah: “Liliana e la sua stellina” . Una quinta di una scuola primaria di Pesaro ha scritto e illustrato questo libro dopo un incontro con la Senatrice Segre e un lungo e ricco percorso didattico su questo argomento. Il libro è rivolto ai bambini dagli 8 in su ed è scritto con parole molto semplici, ma toccanti, in grado di raccontare un orrore davvero inspiegabile, come quello dei deportati nel campo di concentramento di Auschwitz.

Assolutamente da regalare e leggere per conservare la memoria di quello che l’uomo è stato in grado di fare verso suoi simili.

La ripresa..

 

Tornare e riprendere la quotidianità dopo la  pausa natalizia è sempre dura per tutti! Prepariamoci e prepariamo il resto della famiglia al rientro che ci attende, alla sveglia mattutina, all’eventuale traffico..Preparare i bambini è sempre utile per cercare di evitare o contenere eventuali possibili pianti al momento del distacco oppure se sono in età scolare i classici mal di pancia dovuti all’ansia da prestazione nel tornare tra i banchi. La preparazione consiste nel tornare a pensare a ciò che ci aspetta senza però troppa ansia e insofferenza. Riuscendo a valorizzare ciò che di bello ci attende. Raccontate ai bambini i vostri ricordi di quando non volevate andare a scuola e le reazioni dei vostri genitori, fa’ sempre piacere sapere di non essere gli unici a non avere voglia! Preparate la sacchetta o la cartella con cura (facendo in modo che possano essere loro ad organizzare e pensare all’occorrente) per sentirsi parte attiva nella gestione della nuova routine post natalizia.

 

 

 

Compiti?! Aspettiamo un attimo..

È appena terminata la scuola, aspettiamo un attimo con i compiti estivi! Capiamo perfettamente il senso del dovere e dell’organizzazione da trasmettere ma vi garantiamo che anche i bambini della primaria e i preadolescenti delle medie avranno sicuramente avuto un anno impegnativo e intenso. Hanno bisogno di tempo per riprendersi, e di godersi le giornate senza quel ritmo frenetico che li accompagna per tutto l’anno. Spesso i genitori, dovendo lavorare e pensare a tutto, non comprendono in profondità questo momento e anzi, cercano di spronare i figli a non perdere tempo e a portarsi avanti. Dal nostro punto di vista psicopedagogico è importante invece accogliere il bisogno del riposo e del tempo libero non tanto come perdita di tempo e poca organizzazione piuttosto come spazio creativo per dare una nuova forma al tempo estivo..noia inclusa!

Come gestire l’ansia da rientro?

L’anno educativo sta per iniziare e tanti bambini, piccoli e grandi, si apprestano a finire le vacanze e ricominciare la routine. Questo è sempre un momento carico di aspettative per tutti, sia per chi inizia una nuova avventura, sia per chi riprende il ciclo interrotto dall’estate. Infatti ritrovare i compagni di scuola e le maestre dopo tre lunghi mesi è sempre un’emozione! Per questo motivo vi suggeriamo di comprendere e osservare un’eventuale regressione che può manifestarsi con episodi di enuresi notturna, forte timidezza o ansia da prestazione. Inoltre:

-Per stemperare l’ansia e la paura del rientro potrebbe essere un’idea quella di raccogliere le varie esperienze vissute quest’estate e scriverle su un quaderno da portare in classe.

-Nel caso di bambini piccoli è importante creare una raccolta di piccoli oggetti che fungono da simbolo e da ricordo.

-Dare tempo e non fare tutto di fretta, ma ritornare in città in anticipo.

-Non insistere troppo nel raccontare a tutti dell’inizio del nido o della nuova avventura..anche se non ne parlano espressamente i bambini si ricordano tutto e non è il caso di anticipare in continuo il tema della separazione e del distacco che genera molta ansia. Piuttosto leggete insieme un buon libro come preparazione all’esperienza.

Manca davvero poco!

Per le scuole primarie e secondarie si tratta davvero di “resistere” ancora pochissimi giorni, mentre per nidi e scuole d’infanzia, manca solo un mese.. eh sì, perché non sono solo i bambini ad essere stanchi e affaticati dalla fine dell’anno, dalle verifiche, dalle recite, dai saggi e dalle numerose feste. Anche gli insegnanti e gli educatori infatti fanno il conto alla rovescia per arrivare ad un sano momento di relax e riposo.

Questo post lo vogliamo dedicare a loro, gli esperti dell’educazione, spesso poco considerati e valorizzati, anche nella fatica di una professione così delicata, di responsabilità e stancante. Non si tratta solo della fatica fisica (prendi i bambini in braccio se piccoli, gioca con loro, proponi diverse attività ecc..), ma soprattutto di quella mentale di tenere in mente il bambino, la famiglia che ci sta dietro, le loro emozioni, le loro storie (ma anche quelle personali che inevitabilmente si intrecciano), il servizio per cui si lavora, i colleghi con cui si condivide un certo percorso ecc ecc.. E’ faticoso e dobbiamo riconoscervelo, quindi resistete ancora un pochino e poi godetevi una meritata vacanza..che poi lo sappiamo che proprio perché così stimolante, amate profondamente questo lavoro e già dopo poche settimane starete pensando ai “vostri”  bambini e alle novità del successivo anno scolastico!!!! 😉

Cosa ci portiamo a casa?

Dall’interessante Convegno Nazionale del CPP organizzato ieri presso il Teatro Carcano di Milano ci portiamo a casa:

-la consapevolezza che esiste un bel numero di persone che non accetta più di lavorare con bambini e ragazzi attraverso lezioni frontali, voti giudicanti, ambienti non adeguati, ecc..Molti insegnanti, innamorati del loro mestiere, vogliono cambiare in meglio il mondo scolastico ascoltando di più, prima di tutto, gli alunni

-la riflessione sul bisogno di educatori e maestri di conoscersi meglio, “fare pulizia” in loro stessi per poter far uscire la loro parte bambina ed accogliere veramente i bisogni dei bambini e dei ragazzi

-l’importanza delle parole (che siano filastrocche, poesie, favole o testi di musica)

-l’importanza del movimento

-l’utilizzo dell’apprendimento tra pari (tra bambini, ma anche tra adulti)

Grazie allo staff del CPP, che come sempre ha organizzato molto bene la giornata di approfondimento, rendendola stimolante, ma anche festosa. Grazie a tutti i prestigiosi relatori che sono intervenuti (Daniele Novara, Silvia Vegetti Finzi, Anna Oliveiro Ferraris, Alberto Oliveiro, Paolo Ragusa, Francesco dell’Oro, Bruno Tognolini…) Ma  grazie anche a tutti i partner che hanno permesso il tutto: gli asili Doremi, Nostrofiglio, Giunti scuola, La vita scolastica, Vita.it…

All’anno prossimo!