MammeCheFatica e la domanda: figli o carriera?

 

Mammechefatica riflette sul dibattito sempre aperto riguardo la scelta figli o carriera…prendendo spunto dalla scelta e dalla bella lettera autentica che Anne Marie Slaughter (53 anni, ex direttrice del Dip.di Stato di Obama) ha scritto sull’Atlantic.
Mammechefatica: Copertina The Atlantic Why Women still can't have it all

“Le donne,sostiene Anne-Marie, non possono ancora avere tutto” e ci dimostra in modo schietto e sincero che è impossibile conciliare sempre lavoro  e famiglia e che il prezzo da pagare è altissimo, poichè si fanno i conti a casa coi figli, i loro disagi e quel calore umano che non si riesce più a trasmettere.Se una donna si dedica al lavoro, 10 ore al giorno e più, deve escludere la possibilità di crescere i propri figli, poter risolvere i loro problemi, ma anche aggiungiamo noi volentieri, potersi ritagliare del tempo per sè. Così Anne-Marie a un certo punto ha detto “No”, desiderava condividere la responsabilità familiare e la quotidianità perduta occupandosi dei suoi figli adolescenti.

E’ sempre difficile dare un parere su questa tematica, Mammechefatica si limita ad ascoltare e osservare le mamme-lavoratrici cercando semplicemente di far notare che i figli, in quanto tali, hanno bisogno delle loro madri (senza sensi di colpa) per un buon percorso di crescita dal punto di vista socio-affettivo.

 

Sculacciate si o no?

 

Cari followers di MammeCheFatica oggi affrontiamo un tema sempre delicato e difficile da giudicare: le sculacciate, servono?

Dunque possiamo garantire, per quanto riguarda i bambini piccoli (12-24 mesi), che non sono efficaci nè utili, poichè spaventano il bambino e non gli permettono comunque di capire dove e perchè ha esagerato.

Piuttosto è corretto riprendere il bambino, fermarlo con tono serio e spiegargli che sta esagerando. Anche se il rimedio più efficace,quando sono così piccoli, consiste nel ripetere loro più volte al giorno ciò che è successo (il tono di voce deve essere calmo e tranquillo) soprattutto quando il bambino è in un momento di ‘calma emotiva’ così capirà meglio ciò che gli viene detto.

Considerazione importante: se ritenete utile sgridare il bambino cercate di mantenere un comportamento coerente. Quanti di voi dopo si lasciano prendere dal senso di colpa e li consolano con dei baci?

 

Ancora la pipì a letto??

 

Rimanendo nel tema dell’ultimo post, rispondiamo a Marica, mamma di un bimbo di 4 anni e mezzo, che ultimamente ha ricominciato fare la pipì a letto. L’enuresi notturna è tendenzialmente un fenomeno psicosomatico che esprime un disagio nel mondo interno del bambino. Talvolta si manifesta nei momenti più delicati della crescita in occasione di situazioni particolari di cambiamento o conflittualità (inizio della scuola materna, trasloco, arrivo di un fratellino..). Il piccolo scarica così le tensioni, i timori e le pulsioni aggressive regredendo. Quello che si può fare in questi casi è non farsi prendere dall’ansia, sdrammatizzare l’accaduto e accettarlo come fenomeno passeggero. Le reazioni punitive o le derisioni sono assolutamente da evitare perché controproducenti in quanto umiliano il bambino aumentando in lui il senso di colpa. Si deve considerarlo come un piccolo incidente di percorso che è capitato a tutti e che passerà così com’è venuto.

A proposito di balbuzie nella prima infanzia..

Per rispondere a Tiziana e FedeLove che ci hanno scritto una mail privata:

Cos’è la balbuzie? È uno dei disturbi del linguaggio più frequenti nei bambini piccoli; ma spesso non si tratta solo di un problema a livello linguistico. Infatti intorno ai 2 anni (l’età dei capricci infiniti) si può leggere come espressione di aggressività repressa che scoppia improvvisamente e blocca il linguaggio. Se in questa fase così difficile (e talvolta estenuante per i genitori) il bambino riceve eccessive punizioni e rimproveri, si inibiscono le sue istintive pulsioni aggressive facendo prevalere il senso di colpa. Questo blocco può facilmente avere una ricaduta nell’espressione linguistica.

Se si tratta di balbuzie momentanee (magari insorte in un periodo di particolare stress emotivo) si consiglia di non far pesare il difetto, facendo finta di niente per non rendere ancora più insicuro e preoccupato il bambino stesso.

 

 

A proposito di….senso di colpa…

Senso di colpa: un sentimento ricorrente nella figura materna. Perchè le mamme si sentono in colpa? Chi le fa sentire in colpa? Com’è possible aiutare le mamme a gestirlo e ad elaborarlo per fare in modo che siano donne serene, in grado di trasmettere un senso di tranquillità ai loro bambini e di conseguenza alle loro famiglie?

Al momento del rientro al lavoro, oltre all’inevitabile ansia per il prorio figlio piccolo, subentra la preoccupazione di doversi staccare da lui. Infatti pensare di doverlo affidare ad altri (che siano nonni, baby-sitter o educatrici del nido) fa emergere molti dubbi. “Riusciranno a colmare i vuoti che il mio bambino potrà avere durante la giornata”? “Riusciranno a calmarlo se dovesse entrare in crisi?”, o ancora: “Cosa sarà successo in queste lunghe ore, senza di me?”, “Cosa avrà imparato”?

Inoltre spesso la madre che torna dal lavoro porta a casa al suo piccolo un dono, come per farsi perdonare la sua assenza. Se però il regalo (simbolico, anche molto piccolo) diventa lo stimolo per fare al figlio una comunicazione affettuosa (“Mi sei mancato tanto” o “Ti ho pensato”) acquisisce un senso più profondo del semplice gesto consumistico.

Care Mamme, cosa ne pensate? Vi suonano familiari queste parole? Ci è sempre utile capire il vostro prezioso parere!