Raccontare favole ai piccoli: ecco perché

 

Raccontare favole ai bambini fin da piccoli si sa è da sempre un mestiere antico e molto suggestivo. Se per l’adulto può essere solo un semplice modo per addormentare o intrattenere il bambino,  per quest’ultimo invece rappresenta qualcosa di più: è una preziosa possibilità per apprendere, ampliare la propria visione,costruire mondi nuovi ma soprattutto imparare a farsi delle domande. Non sottovalutate mai la possibilità di momenti come questi dove non è solo il racconto della favola in sé ma anche ovviamente la magia dell’incontro e  della relazione adulto-bambino. La lettura e il racconto di favole può avvenire in tanti momenti della giornata: anche al mattino presto, o nei lunghi pomeriggi invernali che ci attendono così come rituale prima di andare a letto. Iniziate fin dai primi mesi ad abituare il piccolo alla vostra voce narrante, ai suoni e alle pause. Iniziate a sorprenderli ed incantarli per fare in modo che possano poi nel tempo apprezzare e mantenere il rapporto con la lettura. “La favola è il luogo di tutte le ipotesi” diceva G.Rodari. Sta a noi adulti offrire momenti di scambio attraverso il racconto, ponendo l’interazione al centro. Dedicarvi del tempo ma soprattutto tanta cura: dal modo in cui apriamo il libro, al tono della nostra voce che deve incantare ma anche saper produrre continui significati.

Ovvio a seconda dell’età è bene diversificare le esigenze e le aspettative.

  • Ai piccolissimi occorre un momento veloce ma intenso con voce che produce e alterna contrasti e rumori (meglio se seduti accanto o in braccio)
  • Ai più grandi invece è opportuno un momento più lungo e articolato che preveda dopo anche delle domande ‘aperte’ a cui rispondere insieme oppure perché no, inventare poi un disegno che permetta la rielaborazione dell’ascolto
  • Di questo e altro ancora ne parleremo prestissimo con Babalibri Edizioni!   Non sveliamo altro!!!!!!

 

 

La violenza alle Donne spiegata ai bambini ai tempi del Covid

Perché spiegare ai bambini il senso della Giornata contro la violenza sulle donne? E’ molto importante che i bambini sappiano che cosa sia la violenza e come riconoscerla per poterle dare un nome e una forma. Lo si deve fare utilizzando un linguaggio appropriato, chiaro e concreto. Se i bambini hanno la possibilità di vivere in un ambiente in cui il rispetto la parità di genere non sono eccezioni, ma sono il pane quotidiano, allora potranno diventare adolescenti e futuri adulti più attenti e consapevoli nelle loro relazioni e legami futuri. Si tratta di lavorarci su e trasmettere una cultura libera da ogni stereotipo, che sappia andare sul piano concreto anche nei momenti di gioco. Basti pensare alle frasi come “Non fare la femminuccia” e tante altre simili.  “La violenza contro le donne spesso parte proprio dal linguaggio e dai termini utilizzati oltre che da alcuni comportamenti. Il linguaggio sessista è profondamente radicato ed è dunque molto complicato da decostruire” come evidenza Babbel  da una recente ricerca. Spesso non ci si rende conto del peso culturale che ricoprono, ma proprio chi lavora in campo educativo deve fare attenzione al significato di certi termini e saperli contestualizzare al meglio offrendo ai bambini una visione non giudicante, in grado di valorizzare e rispettare le differenze, i gusti e le scelte di ogni individuo, senza cadere in trappole stereotipate e predefinite.  In questo periodo così difficile sappiamo che è aumentata la violenza domestica (le richieste di aiuto al numero apposito 1522 sono aumentate del 119% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso!) a cui molto spesso assistono silenziosi anche i bambini. Perché la violenza in generale e sulle donne nello specifico è un tema che ci coinvolge tutti, e non è pensabile far finta di nulla. È bene parlarne, a tutte le età e in tutti i modi possibili.

Guarda il nostro video sul temahttps://fb.watch/1ZcqkJMUGE/

Dare la “Buona Notte” perché

Possibile che in questi anni non abbiamo ancora parlato dell’importanza della Buonanotte?! Possibile! E grazie alle vostre richieste affrontiamo questo tema. Dare la Buona Notte significa non solo contribuire a creare un rituale che scandisce il tempo, ma anche dare un significato alla giornata vissuta. Per i bambini è importante vedere un genitore o comunque un adulto, che seduto accanto, racconta la giornata che è appena trascorsa e che poi inizia a leggere o raccontare una storia, della Buonanotte appunto. Breve o lunga che sia cio’ che resterà è il gesto, che rimarrà impresso nella memoria dei piccoli. Meglio se scegliete voi il libro e il racconto. (Il bambino è già stanco e magari poco propenso ad andare a letto,quindi ha bisogno di certezze e sicurezze non ha tempo di scegliere e capire di cosa può aver voglia). Concordate per tempo il racconto e poi stategli un po’ accanto  senza necessariamente cedere e raccontare altro. I patti vanno rispettati da entrambe le parti.

 

La Giornata internazionale del Gioco

Si gioca!Lo sapevate che le Nazioni Unite hanno fissato il 28 Maggio come Giornata Internazionale del Gioco? Ci sembra una bella iniziativa per diffondere la cultura del gioco soprattutto tra quegli adulti che, ahimè, si sono dimenticati di cosa significhi giocare in modo libero, forse perchè non hanno avuto la fortuna di vivere un’infanzia felice o per molti altri motivi.. E’ un modo per ricordare il diritto di ogni bambino proveniente da ogni parte del mondo di poter crescere ed imparare attraverso il gioco, sia da solo, sia con altri, pari o adulti che siano. Perchè noi di MammeCheFatica siamo così convinti dell’importanza del gioco? Perchè per ogni bambino è una cosa seria, un lavoro! Giocando inoltre si socializza, si favorisce lo sviluppo psicofisico e si può trasformare la realtà a proprio piacimento.

Sarà una giornata all’insegna del divertimento, della libertà di espressione ludica allo scopo anche di far interagire genitori e figli attraverso una reciproca conoscenza. Guardate cosa ha organizzato il vostro Comune all’interno di Associazioni e Ludoteche e non ci resta che augurarvi… Buon divertimento!!

I disegni dei bambini (parte II)

..Vediamo delle indicazioni molto generali (quindi non delle verità assolute da prendere alla lettera e applicare indiscriminatamente) rispetto al significato dei vari colori utilizzati dal bambino che disegna. Ricordiamoci tuttavia che un bimbo piccolo si limita in genere all’uso di uno/due colori e che fino a 7/8 anni può accadere che non colleghi l’oggetto al suo colore reale.

Generalmente i toni caldi (come il rosso, l’arancione e il giallo) esprimono attività, serenità e gioia di vivere e inducono all’impulsività. Al contrario, i toni freddi (come il blu, l’azzurro e il viola) esprimono passività, calma e inerzia. Inducono alla riflessione e suscitano tristezza e malinconia. Infine il verde è considerato il “punto di equilibrio” in quanto risultato cromatico dell’integrazione giallo/giorno con il blu/notte.

Per chi volesse approfondire la letteratura sull’argomento consigliamo di iniziare da “Il significato del disegno infantile” di A. Oliverio Ferraris- Boringhieri.